Testo biblico con commento
Settembre
In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: “Passiamo all’altra riva”. E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”.
Ciascuna e ciascuno di noi può iniziare immaginando in quale tempesta si trova e quale pace sta evocando. Perché esiste forse una sola vita umana senza minaccia? Esiste anche una sola vita umana che non abbia mai sperimentato una pace insolita, che spesso arriva a noi all’improvviso come è arrivata la tempesta? Immaginiamo le nostre tempeste. Immaginiamo le nostre risorse e le esperienze già fatte di risorse date nel pieno delle nostre angosce.
Questo testo della tempesta sedata ci dice infinitamente di più di quello che posso dirne. E come il paesaggio di un lago in tempesta, produrrà in noi altre immagini e altri significati ogni volta che lo rileggeremo, come abbiamo appena fatto oggi. Mentre ciascuna e ciascuno si prepara ad imbarcarsi verso una nuova tappa della vita, vorrei ricordare tre cose.
Innanzitutto, in questo brano della vita di Cristo, dobbiamo prendere sul serio il fatto che Gesù dipende dai suoi compagni e che questa dipendenza lo rende sereno per questa traversata del lago. Noi partiamo da un presupposto di fiducia. Possiamo anche dire: tutti nasciamo da un postulato di fiducia. Gesù confida a priori nelle nostre competenze. E noi con lui. Abbiamo fiducia nelle capacità di ognuno di voi. Ci imbarchiamo sereni verso nuove traversate perché siete nostri compagni di squadra, non siamo soli a bordo e ciascuno parteciperà alla vita e alla viabilità della nave sulla quale siamo imbarcati tutti insieme. Nessuno di noi deve prendersi cura della nave da solo. Siamo in tanti: le nostre differenze assicurano la complementarità, le nostre fatiche sono portate dai tempi di energia degli altri, e viceversa.
Siamo quindi portati dalla fiducia originaria di Dio che ispira la nostra fiducia reciproca. E anche nella tempesta! Perché la tempesta arriva e non è essa che disturba il sonno di Gesù. Se sta ancora dormendo, non è per mancanza di preoccupazione o incoscienza, è ancora per fiducia. Fiducia nelle nostre risorse, nelle nostre capacità di azione e reazione. Ricordate bene questo: qualcuno ha fiducia nel vostro potere di trovare soluzioni ai problemi che incontrerete, di attraversare vivi e integri le tempeste che ancora davanti a voi.
Terza e ultima cosa: ciò che risveglia Gesù siamo noi. È il nostro grido, il nostro appello. E lui risponde presente. Quando abbiamo paura, sì, egli viene. Dà meno importanza alla tempesta che alle nostre emozioni, alle nostre paure, al nostro terrore. Il testo sembra suggerire una rimostranza, un rammarico da parte sua: “Perché avete così paura? Non avete ancora fede?”. Ma immaginate un po’ che lo dica con il sorriso dell’amico fiducioso. Colui che sa che spesso abbiamo bisogno di un promemoria, di una rassicurazione, della parola di un altro che crede che questa tempesta si attraversa proprio nel momento in cui io ne dubito...
No Signore, non abbiamo ancora fede. Noi stiamo sempre cercando di avere fede e non l’avremo mai una volta per tutte. Abbiamo bisogno della tua Parola per impegnarci nuovamente in essa. Abbiamo bisogno dei nostri compagni di squadra quando le nostre forze e la nostra fede vacillano. Abbiamo bisogno che ci passi la tua fiducia e noi dobbiamo essere passaggio di fiducia gli uni per gli altri. Oggi, davanti a ciascuno e ciascuna e davanti all’equipaggio che costituite, voglio dirvi nel nome di Cristo che ho fiducia. Quando la mia fiducia vacillerà, una o uno di voi porterà questa Parola per me. E quando la tempesta si fa troppo violenta e abbiamo paura tutti insieme, il più fedele dei compagni, che è anche quello che ha più fiducia, si sveglia, si alza e ci sorride.
La fiducia che un giorno mi è stata testimoniata, mi ha permesso di attraversare la tempesta?
Posso anch’io essere concretamente passaggio di una simile fiducia?
Marion Muller Colard